Il perfezionismo è credere che se riusciamo a vivere in modo perfetto, ad apparire perfetti, ad agire in modo perfetto, possiamo minimizzare o evitare del tutto la colpa, il giudizio e la vergogna. Brené Brown
Questo è uno di quei periodi in cui vorrei che tutto fosse perfetto (o quasi) e invece tutto va per il verso sbagliato. Mi sono ritrovata più di quanto avrei voluto o immaginato, a chiedermi – perché, cacchio, perché? E a massacrarmi perché “se fossi perfetta” certe cose non mi accadrebbero.
So che passerò le prossime settimane a massacrarmi, mi conosco. Ma in questi giorni ho cominciato a ragionare sul concetto di imperfezione e vulnerabilità, per capire come venirne fuori. Finora sono successe tre cose:
- Ho deciso di rileggere il libro di Brené Brown “The gifts of imperfection” (I doni dell’imperfezione);
- In più mi è arrivata un’agenda. Sì, un’agenda. Sì, un’altra. L’ho acquistata attraverso una campagna Kickstarter e si chiama “The Imperfect Life Planner”;
- Ho comprato quintali di cioccolato svizzero.
Perciò in questo post vi parlo di imperfezione, e di come sto tentando di scenderci a patti. E anche se in realtà non l’ho fatto (del tutto) apposta, per ognuna di queste tre cose trovate tre punti su cui riflettere.
I doni dell’imperfezione
Per prima cosa consiglio di guardare il TEDTalk in cui Brené Brown parla di vulnerabilità e vergogna.
La vergogna, dice “é percepita come la paura di disconnessione. C’è qualcosa nella mia vita che, se scoperta da altre persone, farà si che non meriterò più il rapporto con loro? è universale; la proviamo tutti. Le uniche persone che non provano vergogna non hanno capacità di immedesimarsi o di connessione. La base su cui poggia la vergogna è “Non valgo abbastanza”, un sentimento che noi tutti conosciamo: Non sono abbastanza magro, o ricco, o bello, o intelligente, o non ho avuto abbastanza promozioni”.
Nel corso delle sue ricerche sociologiche sul senso di connessione e appartenenza e sui rapporti umani, ha capito cos’è la vergogna e come funziona. E ha scoperto che alla fine le persone che hanno un forte senso di amore e appartenenza sono quelle che credono di meritarsi amore e appartenenza. Queste persone sono:
- Coraggiose – cioè hanno il coraggio di essere imperfette
- Compassionevoli – cioè sono gentili prima di tutto con se stesse, e poi con il mondo
- Connesse – hanno cioè la volontà di abbandonare il sé ideale per essere semplicemente se stessi.
Queste persone accettano completamente la loro vulnerabilità, e credono che ciò che le rende vulnerabili le rende belle persone. La vulnerabilità “è il cuore della vergogna e della paura, ma sembra anche essere la culla della gioia, della creatività, del senso di appartenenza, dell’amore. Non possiamo addormentare i sentimenti negativi senza sopprimere gli affetti, le nostre emozioni, la gioia, addormentare la gratitudine. essere capaci di fermarci e, invece di vedere una catastrofe come possibile risultato, dire – Sono così grata, perché sentirsi così vulnerabile significa che sono viva”.
Un’agenda per pianificare una vita imperfetta
Perché un’agenda per pianificare una vita imperfetta? A parte un primo momento di eccitazione causato dalla lettura di parole come “agenda” o “adesivi” nella pagina della campagna Kickstarter, ho fatto la mia offerta perché mi interessava il concetto dietro a questo planner. Che viene definito “un posto in cui smetti di creare la vita che pensi dovresti avere, e inizi a dare ascolto ai tuoi più profondi istinti. Un posto sicuro dove puoi essere al 100% te stesso, dimenticare cosa gli altri possono pensare, imparare come e perché devi mostrare i tuoi errori e difetti invece che nasconderli”.
All’interno dell’agenda ci sono tre sezioni che contengono alcuni esercizi (domande a cui rispondere o riflessioni da fare):
- un Fear Journal, dove imparare ad analizzare e affrontare le proprie paure;
- una sezione Master Plan per identificare i propri obiettivi e capire come fare a realizzarli;
- un Thrive Manual per affrontare le proprie convinzioni limitanti.
All’inizio di ogni mese ci sono anche un paio di domande per capire cosa non è andato come pensavamo e imparare ad essere grati per la propria imperfezione.
Non ho ancora deciso esattamente per cosa utilizzerò questa agenda, ma di sicuro voglio provare a fare gli esercizi proposti al suo interno. E vedere se posso rendere il 2018 l’anno più meravigliosamente imperfetto della mia vita.
Il cioccolato svizzero
Infine la cioccolata. Per coccolarmi. Punto.
In questi giorni traggo conforto da:
- il Cioccolato Kinder (in ogni sua declinazione) – che sarà anche per bambini, ma resta sempre il mio preferito;
- l’Ovomaltina (anche questa in ogni sua forma) – se non siete mai stati in Svizzera e non l’avete mai bevuta calda, vi compatisco;
- La Branche della Cailler – cioccolata pralinata con nocciole in comode porzioni da 23 grammi, per un sollievo immediato.