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      processo e risultato

      Processo e risultato: quale conta di più per te?

      Ogni lavoro che facciamo è composto da due parti. Processo e risultato. Amare il lavoro che si fa significa amare il processo e accettare il risultato. Mentre il modo in cui siamo stati addestrati nella società moderna è che tutto ciò che conta è il risultato”.

      L’articolo di oggi prende spunto da questa frase pronunciata da Jay Shetty, coach e autore (e anche ex-monaco).

      Il tema della contrapposizione tra processo e risultato mi è particolarmente caro, perché credo che sia uno di quei concetti che più hanno cambiato la mia visione delle cose negli ultimi anni.

      Essere focalizzati sul risultato

      Essere focalizzati sul risultato sembra – a volte – l’unica cosa che davvero conta. Ma quante cose ci perdiamo se pensiamo solo al traguardo e non ci godiamo invece il processo che ci porterà lì?

      Se il risultato è buono, allora devi amare il tuo lavoro – continua Shetty – Se vedete qualcuno vincere un Oscar, allora deve amare il suo lavoro. Se si vede qualcuno fare un sacco di soldi e vendere la propria azienda, deve essere felice. Quindi definiamo la felicità di qualcuno in base al risultato. Mentre l’antica saggezza suggerisce che la felicità si basa su quanto si gode del processo. E il processo è piacevole nella misura in cui credete che sia allineato con i vostri valori e con ciò che vi sta a cuore“.

      Quando vediamo una persona che raggiunge traguardi pensiamo automaticamente che sia felice. Ma è davvero così?

      Ti è mai capitato di realizzare un obiettivo e di non sentire assolutamente nulla? Neanche un briciolo di soddisfazione, ma solo indifferenza per qualcosa che, fino a un attimo prima, sembrava di vitale importanza. Scommetto di sì. A me è capitato.

      Succede più spesso di quanto pensiamo. Ci impegniamo a fondo per qualcosa che pensiamo sia davvero importante, perché siamo dei “bravi” e le brave persone si danno da fare, non mollano, fanno i loro compiti per bene. Peccato che poi invece di godere dei risultati ci rimane soltanto l’amaro in bocca e la sensazione di esserci persi qualcosa nel frattempo.

      Questo succede con i nostri obiettivi e peggio ancora con la nostra vita. Ma come spiega il Life Design, “la vita è un processo, non un risultato”. Se ci concentriamo troppo su ciò che vogliamo ottenere e non prestiamo attenzione al tragitto, il rischio di non essere soddisfatti è dietro l’angolo.

      Godersi il processo

      Ma come si fa a godersi il processo?

      1. Imparando a fissare obiettivi ma soprattutto intenzioni – Gli obiettivi ci dicono cosa vogliamo fare. Perdere peso, correre la maratona, imparare a suonare uno strumento, parlare fluentemente una nuova lingua. Le intenzioni ci dicono invece perché vogliamo raggiungere quegli obiettivi. Sentirmi più bella, essere in forma, conoscere gente nuova, viaggiare in tutto il mondo… Le nostre intenzioni ci fanno pensare a ciò che conta veramente per noi; gli obiettivi sono passaggi intermedi, che messi uno in fila all’altro ci portano a diventare la persona che vogliamo essere. Le intenzioni sono forti e difficilmente cambiano. Gli obiettivi invece possono cambiare: possiamo cioè perdere interesse e formularne degli altri che riusciranno lo stesso a portarci dove vogliamo arrivare. Non conta tanto cosa fai, ma è più importante sapere perché lo fai. Poi una strada la trovi.
      2. Sospendendo il giudizio e accettando gli errori – gli errori sono un passaggio naturale e quasi obbligato quando ci si muove verso una direzione. Non devono bloccarci, ma dobbiamo accoglierli come qualcosa che semplicemente ci può mostrare più chiaramente la strada. Quando hai la sensazione di aver sbagliato, puoi riflettere su ciò che non ha funzionato e fare meglio al passo successivo. Non giudicare le tue scelte se si dimostrano essere un errore. Anche sbagliare contribuisce a farti diventare chi vuoi essere.
      3. Imparando a vedere alternative e sperimentando – quando devi scegliere tra sole due opzioni è probabile che la decisione finale non sarà la migliore per te in quel momento. Tra le due alternative non è detto che ci sia quella ottimale. Invece tu vuoi fare le scelte più giuste… Perciò devi imparare a formulare più opzioni. La creatività ti aiuta in questo: ti permette di vedere più possibilità, di navigare tra differenti scenari, per decidere poi qual è il migliore. Perciò quando devi prendere una decisione non fermarti alle poche opzioni che pensi di avere: cercane altre e poi seleziona tra di esse quelle che ti convincono di più. E infine sperimentale. E se sbagli puoi sempre tornare indietro ed esplorare un’altra alternativa.

      Ci hanno detto che dobbiamo puntare a diventare la migliore versione di noi stessi. Ma in quanto esseri umani siamo in continuo mutamento. Noi cambiamo, e cambiano anche le condizioni esterne. Come facciamo oggi a decidere quale sarà il risultato della nostra vita? Quello che possiamo fare è capire chi siamo. E da lì partire per costruire una vita mano a mano che andiamo avanti. Affrontando vittorie e fallimenti, ma seguendo un processo che passo dopo passo ci porterà a poter dire che abbiamo realizzato il nostro scopo. Diventare chi siamo.

      Questa riflessione ti ha incuriosito? Se stai raggiungendo traguardi che però non ti soddisfano quanto dovrebbero, se vuoi capire che cosa vuoi davvero fare della tua vita, al di là di quello che ti hanno detto o insegnato, se hai bisogno di fare chiarezza su chi sei veramente, il coaching può aiutarti. Scrivimi e fissiamo un incontro gratuito: serve per capire a che punto ti trovi e cosa posso fare io per aiutarti ad andare avanti.

      MICELA TERZI

      Nel mio blog scrivo di Business, Creatività, Journaling&Scrittura, Intelligenza Emotiva, Design Thinking e Obiettivi&Time Management. Se leggi qualcosa che ti piace condividilo sui tuoi social o lasciami un commento: mi fa piacere conoscere la tua opinione, e in più mi aiuterai a crescere.

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