Ho sempre avuto un’idea ben precisa dei “creativi”. Per me le persone creative sono state per lungo tempo degli “esseri mitologici”, creature in grado di sfornare milioni di idee al minuto, energiche, entusiaste e piene di talento, capaci di catturare un’intera platea con la loro verve e la loro simpatia.
E io, che non mi consideravo né energica, né piena di talento o entusiasta, avevo finito col pensare di non essere nemmeno creativa. Pe tanto tempo, insomma, mi sono convinta che a essere creativi fossero gli estroversi, e che noi introversi dovessimo “accontentarci” di avere altre qualità.
Alcune ricerche hanno dimostrato che le persone percepiscono un’idea come più creativa se la persona che l’ha generata corrisponde allo stereotipo dell’individuo creativo (un po’ egogentrico, chiassoso, con i capelli un po’ pazzi…).
In realtà estroversi e introversi possono generare lo stesso numero di idee, solo che i primi lo fanno più velocemente, mentre i secondi hanno bisogno di più tempo per creare. Del rapporto tra introversione e creatività ho già scritto in un mio precedente post, e oggi vorrei continuare il discorso per dimostrare che esiste una “quiet creativity” e riflettere su come possiamo svilupparla.
Essere fieri della propria “quiet creativity”
Il processo creativo avviene in 4 passaggi:
- Preparazione
- Incubazione
- Illuminazione
- Verifica
Gli estroversi preferiscono i brainstorming, perché sono un modo per “pensare ad alta voce” e condividere qualsiasi idea venga loro in mente. Questo però non dà alla mente tempo a sufficienza per creare connessioni tra le idee, quindi capita che gli estroversi producano un numero impressionante di suggestioni che però poi non si traducono in reale creatività. L’incubazione infatti richiede tempo, non è qualcosa che succede dalla sera alla mattina, e dobbiamo lasciare il tempo alle idee di attecchire, connettersi e farci arrivare al famoso “aha moment”.
Al contrario, se a un introverso viene data l’opportunità di pensare a un problema “a modo suo”, in solitudine, prima di essere mandato in pasto a un brainstorming di gruppo, è altamente probabile che riuscirà a trovare nuove soluzioni, originali e innovative.
Se sei un introverso, potresti non sentirti molto a tuo agio a parlare apertamente delle tue idee creative con gli altri; ma se sei un estroverso, potresti essere troppo riluttante ad ascoltare le buone idee proposte dagli altri. Ecco quindi qualche suggerimento per evitare questi problemi.
Come diventare “persone creative”
La creatività richiede coraggio ma puoi trovare il modo di esercitarla, qualunque sia la tua posizione nello spettro introversione/estroversione.
- Rifletti sui tuoi “momenti creativi” e cerca un ambiente che li scateni– il contesto gioca un ruolo significativo nella nostra creatività. Se rifletti su quando ti è capitato di essere particolarmente creativo potresti renderti conto che magari tendi a esserlo quando sei solo, oppure che lavori meglio quando ti confronti con un gruppo di tuoi pari. Una volta che hai capito come “funzioni” cerca di ricreare il più spesso possibile le situazioni in cui la tua creatività è libera di manifestarsi. Ti suggerisco di tenere un “diario dei momenti creativi” proprio per prendere nota delle situazioni in cui hai dimostrato di poter trovare nuove idee. Ti aiuterà a ricostruire il setting perfetto per dare un’accelerata alla tua creatività quando ne hai bisogno.
- Riconosci i pro e i contro della tua personalità – se le sessioni di brainstorming non fanno per te, ma sei costretto a parteciparvi di tanto in tanto, preparati in anticipo. Il tuo super-potere come introverso è la capacità di ascoltare, ma anche quella di fare connessioni tra idee. D’altro canto ti conosci, e sai se fai fatica a parlare con gli altri, a esporti, quindi preparati in anticipo. Scrivi delle idee, rifletti su ciò che puoi dire in brainstorming, in modo da essere pronto a proporre le tue idee al momento giusto. Puoi chiedere in anticipo l’argomento della riunione, in modo da poterci pensare su in solitudine e portarti avanti…
- Sii flessibile – non sempre possiamo scegliere con chi lavorare e in certe circostante gli introversi devono adattarsi a uno stile più estroverso. Ma tu puoi ritagliarti un tuo ruolo senza snaturarti: puoi ad essempio essere quello che ascolta profondamente e fa le domande più pertinenti, per facilitare il processo di creazione di nuove idee negli altri. Essere estroversi non è mica una malattia, e se collaboriamo con questo tipo di persone non verremo contagiati per forza dalla loro esuberanza trasformandoci in qualcosa che non siamo. Ma la condivisione è importante, e trovare un terreno di confronto neutro su cui misurarsi con gli altri porta grandi vantaggi.
Passa dal Brainstorming al Brainwriting
Se per lavoro ti trovi spesso a dover fare riunioni di brainstorming che ti mettono a disagio, prova a proporre un modo nuovo per generare idee: il Brainwriting. Chiedi alle persone che lavorano con te di scrivere le loro idee individualmente prima di parlarne in gruppo. Molte ricerche hanno dimostrato che questo approccio porta a un numero molto più grande di idee totali, e che le idee sono di qualità superiore. Inoltre permette alle persone più introverse di contribuire con lo stesso numero di idee degli estroversi.
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