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      Blog

      differenti personalita

      Abbraccia le tue differenti personalità

      Disclaimer: questo articolo doveva essere molto “tecnico” ma ha finito con l’essere anche molto personale.

      So che il concetto di “differenti personalità” può suonare male. Ma qui non stiamo parlando di malattie mentali più o meno gravi e più o meno diagnosticate.

      Con questo articolo vorrei condividere con te una cosa che – in diverse occasioni – mi ha “salvato la vita”.

      Ho fatto pace da tempo con chi sono. Una persona curiosa, che entra in sofferenza a fare sempre le stesse cose, e che ha bisogno di continui stimoli per sentirsi bene e andare avanti. Questi stimoli ho imparato a crearmeli da sola. A volte ci si mette in mezzo anche la sfiga a fornirmeli. Altre volte mi si presentano occasioni che sarei stupida a lasciar perdere. Un po’ come a tutti, no?

      Avere differenti personalità è faticoso?

      Avere differenti personalità è faticoso? Sì cavolo se lo è!

      Qualche anno fa ho scritto un articolo su Centodieci che parlava di multipotenzialità, che ha avuto un buon successo perché probabilmente era un argomento relativamente nuovo e questo ha giovato al posizionamento del pezzo. L’articolo metteva in luce quelli che sono considerati tre “superpoteri” dei multipotenziali. Ma non parlava della fatica di esserlo.

      Io non sono nemmeno sicura di essere una multipotenziale. Quello però di cui sono certa è che la mia vita – almeno fino ad oggi – non è stata una linea retta, ma un groviglio di strade imboccate, interrotte, deviate, riprese…

      Facile? No! Divertente? Per la maggior parte. Necessario? Assolutamente sì! Almeno per me.

      C’è una canzone degli Afterhours che dice:

      “Perciò io maledico il modo in cui sono fatto

      Il mio modo di morire sano e salvo dove m’attacco

      Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia

      Quello che non c’è”

      (Se ti interessa ascoltarla per intero puoi farlo qui).

      A me questa canzone piace perché dice una cosa in cui credo profondamente: maledetto chi rimane sempre uguale a se stesso, che non cambia mai, che preferisce morire sano e salvo dove sta. Me la sono spesso cantata come una sorta di reminder di ciò che non volevo essere.

      Ma poi quando mi trovo in difficoltà mi capita anche di pensare che forse maledetta sono io, che invece di “morire sana e salva dove m’attacco” sento sempre il bisogno di cambiare.

      Io so chi voglio essere, e tu?

      Il mio “problema” è che mi domando sempre chi voglio essere. E che spesso la risposta rende inevitabile un cambiamento, anche radicale. Quando invece starmene zitta e tranquilla forse sarebbe molto più comodo… Ma per quanto tempo?

      Io proprio a stare ferma non ce la faccio. A stare in situazioni che non mi corrispondono mi viene l’orticaria. E così finisco col rivoluzionare la mia vita anche quando richiede una quantità tale di energia che invece potrei tenere da parte…

      Mi è successo quando ho deciso di lasciare il mio lavoro tranquillo (e molto noioso) come giornalista in una testata locale per aprire la mia prima startup. Mi è successo di nuovo quando – con due aziende all’attivo – sentivo di volermi misurare con nuove sfide. Mi è successo ultimamente (e progetto di mostrartene presto le conseguenze su questi schermi).

      Abbracciare differenti personalità è un imperativo del Design Thinking e del Life Design in particolare. Due discipline basate sul concetto di ri-formulazione, che avviene quando cambiamo modo di percepire una situazione e le diamo un nuovo significato.

      La più grande ri-formulazione del Life Design è che “la nostra vita non può essere perfettamente pianificata, che non esiste un’unica soluzione e che questo è bene” (dal libro di Bill Burnett e Dave Evans “Design your life”).

      Esistono molti disegni per la nostra vita. Possiamo “contenere” differenti personalità, e tutte hanno un valore. La vera domanda da farsi, per vivere una vita creativa e significativa non è quindi “cosa voglio fare da grande?” ma “in che cosa mi voglio trasformare?”.

      La vita non è statica. Comporta crescita e cambiamento. A volte queste cose “fanno male”, ma sono necessarie.

      Pensare come un designer significa non concentrarsi sul percorso da fare, ma costruirlo.

      E io lo sto costruendo.

      L’importanza di non accontentarsi

      La mia tendenza a non accontentarmi mai, a cercare sempre qualcosa di nuovo e stimolante è vista dai miei familiari come un difetto. A volte mi guardano con compassione e timore. Hanno sempre paura che all’ennesimo cambiamento io mi “rompa” definitivamente e non sia più possibile “aggiustarmi”.

      Ma come dicevo, ormai ho fatto pace con questa cosa. Ho fatto mia l’idea che non si può pensare di avere solo una vita da vivere, che tutto sia già scritto, che ci sia solo un modo per fare le cose. Altrimenti il rischio è rimanere incastrati in quell’unica prospettiva che riusciamo a formulare. E perdere tutte le possibilità che invece avremmo se solo avessimo un po’ di coraggio in più…

      A questo punto ti starai chiedendo come cavolo si fa ad abbracciare le proprie differenti personalità. Ecco i miei two cents sull’argomento.

      1. Riconosci che hai diverse opzioni – la tua strada non è tracciata, puoi costruire un percorso completamente nuovo.
      2. Ricordati sempre chi vuoi essere – agganciati più forte che puoi alla tua visione, al tuo perché. Di questo argomento parlo spesso e sul mio blog ti suggerisco di leggere due articoli: il primo dedicato a vision e mission nel business, il secondo invece incentrato su come definire la tua visione di vita e di lavoro.

      E poi ti suggerisco di sviluppare gli atteggiamenti mentali che possono trasformarti in un designer della tua vita:

      • Sii curioso – la curiosità ti aiuta a vedere ogni cosa in modo nuovo e ti permette di esplorare tutte le opzioni possibili (e scoprire le tue differenti personalità).
      • Prova cose nuove – lanciati nel gioco invece di stare inchiodato alla panchina. L’errore è un passaggio fondamentale del processo: se non ti lanci e provi a fare qualcosa di diverso, se non sbagli e ricominci, non vai da nessuna parte.
      • Abbi fiducia nel processo – la tua vita è un viaggio, un percorso, non un traguardo. Concentrati su un passo alla volta, e fai in modo che sia coerente con chi vuoi essere veramente.
      • Non aver paura di chiedere aiuto – ricordati sempre che non sei solo!

      Cambiare non è facile. E forse io sono diventata una coach perché ero già campionessa mondiale di salti fuori dalla comfort zone. Ma quello che mi fa avere ancora voglia di fare questo mestiere, nonostante tutto, è il fatto che partecipare al cambiamento delle persone è una cosa bellissima ed esaltante. Un dono prezioso che va trattato con rispetto.

      Se ti senti bloccato e hai paura del cambiamento, magari ti va di fare quattro chiacchiere con me. Scrivimi e fissiamo un incontro zero: è gratuito e non ti obbliga a fare nulla. Ma può essere l’occasione per capire di cosa hai veramente bisogno adesso.

      MICELA TERZI

      Nel mio blog scrivo di Business, Creatività, Journaling&Scrittura, Intelligenza Emotiva, Design Thinking e Obiettivi&Time Management. Se leggi qualcosa che ti piace condividilo sui tuoi social o lasciami un commento: mi fa piacere conoscere la tua opinione, e in più mi aiuterai a crescere.

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