
Comportati come se fosse impossibile fallire
“Immagina: c’è un limite a ciò che potresti creare se dessi il meglio di te per trenta giorni di fila, comportandoti come se fosse impossibile fallire?”
Questa frase così potente non è mia: l’ho letta in una delle newsletter di Lisa Jacobs. Autrice di “Your Best Year”, Lisa è una coach che aiuta i suoi clienti a mettere in luce i propri talenti per costruire la loro attività di business.
Quando pensiamo al fallimento ci concentriamo su quello che non siamo riusciti a ottenere, ma perché non ci imbarchiamo in un cambio di paradigma potente? Invece di guardarti indietro e di pensare a quello che hai sbagliato, prova a comportarti come se fosse impossibile fallire per i prossimi 30 giorni, dai il meglio di te e poi vediamo che succede.
Che ne dici, ti va di raccogliere la sfida?
Hai già fatto tanta strada
Nella sua vita ognuno di noi ha fatto già tanto. Non importa quanto sei giovane: impara a guardarti indietro e a notare tutta la strada che hai già macinato fin qui!
Continuare a demoralizzarsi o a fustigarsi per ciò che non siamo riusciti a fare non ci porta da nessuna parte. Mentre pensare ai nostri successi passati può darci la carica per andare avanti. Anche nei momenti difficili. Del resto la vita è crescita continua, e per andare avanti – nel lavoro come nella vita privata – dobbiamo essere disposti a fare un altro passo, a superare un altro ostacolo, ad attraversare un altro ponte.
Secondo Lisa Jacobs ogni ponte che incontriamo sul nostro cammino presenta sfide sempre più difficili da superare, e la paura può rendere il viaggio veramente estenuante. Il tutto peggiora quando, prima ancora di fare il primo passo e attraversare il ponte, cerchiamo disperatamente l’appoggio e la rassicurazione degli altri. Non che ci sia niente di male a chiedere aiuto, ma è anche vero che se questo bisogno diventa una scusa per non muoverci e rimanere a crogiolarci senza far nulla, non va affatto bene.
Passare al livello successivo
Ogni volta che cerchiamo di passare al livello successivo, succede sempre la stessa cosa. Lisa Jacobs l’ha sintetizzata molto bene, in questi passaggi…
- Una nuova idea – quando abbiamo un’idea avvertiamo eccitazione nell’aria e iniziamo a muoverci verso di essa. Il sapore delle nuove possibilità ci inebria e ci mettiamo in moto.
- Realizzazione del progetto – quando mettiamo ordine nei nostri sogni e li trasformiamo in piani di azione inizia il vero lavoro. L’idea che pensavamo di realizzare velocemente impiega giorni o settimane per prendere forma. Lo sforzo è reale, e l’esaltazione inizia a scemare. Questa è la fare più dura: la motivazione diminuisce e la procrastinazione è in agguato.
- La fossa di fango – molte idee rimangono incompiute perché rimangono bloccate nella fossa di fango. Quando l’entusiasmo si esaurisce e l’eccitazione ha lasciato il posto alla stanchezza, inizia a farsi strada la voglia di lasciar perdere. Di arrendersi. Sembra, appunto, di arrancare nel fango. Ma arrendersi è solo una delle opzioni! E il fango è la sfida che ci spinge al vero cambiamento: dobbiamo attraversare la fossa se vogliamo che succeda qualcosa di nuovo.
Quando troviamo la forza di uscire dalla fossa raggiungiamo il livello successivo, quello in cui impariamo qualcosa di nuovo, accumuliamo esperienza e finalmente ci possiamo meritare la promozione!
Queste fasi comportano necessariamente l’uscita dalla propria zona di comfort. A volte è proprio la sicurezza a bloccarci, insieme alla paura dell’ignoto. Ma il desiderio di attraversare il ponte se è forte avrà prima o poi la meglio su tutto il resto.
Quindi, te lo richiedo: ti va di raccogliere la sfida? Ti va di provare a dare il meglio di te per trenta giorni di fila, a partire da domani, comportandoti come se fosse impossibile fallire?
Se vuoi condividere con me il cambiamento che hai intenzione di affrontare, scrivimelo! Ci faremo forza l’un l’altra.