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      Blog

      migliorare le nostre reazioni

      Aumentare l’empatia per migliorare le nostre relazioni

      Le nostre emozioni ci forniscono continui feedback su di noi: sono informazioni che possiamo utilizzare per prendere decisioni migliori. Ma ci aiutano anche a migliorare le nostre relazioni: se aumentiamo l’empatia, infatti, possiamo anche imparare a comunicare efficacemente con gli altri.

      Le emozioni sono segnali elettrochimici che portano messaggi in tutto il corpo. Esiste un flusso continuo di scambi di queste informazioni, e imparare a decodificarle ci permette di accrescere la nostra Intelligenza Emotiva, e di vivere meglio.

      Come aumentare l’empatia

      Si può aumentare l’empatia? L’empatia è una delle competenze di Intelligenza Emotiva che possiamo allenare e quindi sì, possiamo anche “aumentarla”. Facendolo impariamo a conoscere meglio noi stessi e gli altri, e a instaurare relazioni migliori. Su questo tema c’è un grande fraintendimento: essere empatici non significa essere sensibili o capire cosa provano gli altri. Almeno non significa solo questo.

      Nel nostro cervello esistono delle cellule che ci consentono di muovere, ad esempio, i nostri arti. Vicino a queste cellule ne abbiamo altre, chiamate “neuroni specchio” che si attivano quando vediamo qualcun altro muovere, ad esempio, un braccio. Sono i neuroni che ci aiutano nell’apprendimento basato sull’osservazione di ciò che vediamo accadere intorno a noi. Inoltre ci permettono di comprendere meglio gli altri. Esistono molti neuroni specchio nel nostro cervello: alcuni sono connessi ai nostri centri emotivi e ci consentono di notare e rispondere alle emozioni altrui. Questo ci permette di essere empatici, ma esserlo veramente non è così semplice: siamo strutturati per farlo ma a volte confondiamo l’empatia con qualcos’altro…

      Essere empatici (veramente) significa comprendere le emozioni altrui senza pregiudizi e senza interpretazioni date dal nostro vissuto. La parola empatia deriva dal greco en-pathos (sentire dentro) e consiste nel mettersi nei panni degli altri, percependo e capendo che cosa stanno sentendo. È importante riconoscere le emozioni degli altri calandosi nella loro situazione, senza portare il nostro vissuto o la nostra interpretazione, ma semplicemente creando una connessione, un canale di comunicazione attraverso le emozioni (e non il pensiero razionale). Dicevo che è difficile esercitare l’empatia perché spesso ciò che “sentiamo” negli altri è influenzato dal nostro vissuto e dall’interpretazione che ne diamo. Ma l’empatia si può allenare e accrescere.

      Usare l’empatia per comunicare meglio

      Le emozioni rappresentano un sistema di comunicazione secondario. Ci fanno connettere con noi stessi e con gli altri. Pensa alle emozioni come a una rete wifi che ci permette di comunicare con le persone intorno a noi. Tutti le proviamo e mandiamo e riceviamo segnali emotivi in ogni istante. Il segreto è imparare a utilizzare i dati che vengono inviati da questa rete in modo più efficace, per migliorare la relazione con noi stessi e quella con gli altri.

      Essere empatici non significa risolvere i problemi degli altri: perciò per allenarti a esserlo ricordati che non devi dare una risposta specifica quando entri in connessione con le emozioni altrui; devi solo metterti in ascolto, essere presente e creare uno spazio di incontro.

      La nostra empatia (e di conseguenza la capacità di comunicare efficacemente con gli altri) può essere ostacolata da diversi fattori:

      • il nostro ruolo – se siamo a capo di un team pensiamo di dover mantenere una certa posizione e di non poter utilizzare l’empatia, confondendola con il “diventare amici” dei nostri colleghi; in realtà essere un leader ed esercitare l’empatia significa principalmente capire cosa provano le persone e grazie a questo essere in grado di comunicare con loro, ispirarle, motivarle;
      • la paura delle emozioni altrui – a volte pensiamo che ciò che provano gli altri potrà “contagiarci” e renderci più deboli o farci stare male; ma essere empatici non significa farsi risucchiare dalle emozioni altrui: ha più a che fare col saperle gestire in modo efficace senza esserne sopraffatti;
      • il timore di essere vulnerabili – essere empatici non significa trovare compromessi e rinunciare alla nostra visione del mondo; entrare in una vera connessione empatica con gli altri apre un canale di comunicazione efficace, ma non ci richiede di abbandonare noi stessi

      L’empatia è utile perché ci permette di osservare ciò che non è visibile agli occhi. Cosa significa? Che troppo spesso ci limitiamo a registrare i comportamenti degli altri interpretandoli secondo il nostro personale metro di misura. Senza accorgerci che dietro ogni comportamento c’è un’emozione, che può dirci molto di più degli altri. Ti faccio un esempio: se una persona ti urla contro, quello che registri per prima cosa è il suo comportamento. Se ti limiti a questo il tuo giudizio su quella persona sarà negativo. Ma se invece ti soffermi un attimo ad ascoltarla profondamente per capire cosa ha scatenato quella reazione, puoi scoprire che l’atto di urlarti contro è stato determinato dall’emozione della rabbia. E che la rabbia porta con sé un messaggio specifico: qualcosa sta bloccando quella persona, la sta ostacolando nel raggiungere i suoi obiettivi. Analizzare queste informazioni ci permette di concentrarci su ciò che conta veramente e capire che magari dietro alla reazione dell’urlarci contro non c’è del rancore nei nostri confronti, ma la frustrazione di non riuscire a raggiungere un obiettivo a cui quella persona tiene moltissimo.

      Spingerci oltre ciò che è visibile agli occhi (i comportamenti) e metterci in una posizione di ascolto senza giudizio, ci permette di entrare in connessione empatica con l’altro e di capire che cosa c’è realmente in gioco in questo momento in questa relazione.

      Un esercizio per allenare l’empatia

      Allenare l’empatia ha a che fare con il rafforzare la nostra connessione emotiva con noi stessi e con altri. Ci permette di trovare un “terreno comune” di confronto, privo di pregiudizi e assunzioni che spesso derivano da come reagiremmo noi a una determinata situazione e che non hanno nulla a che fare con quello che in realtà stanno facendo gli altri.

      L’empatia è necessaria soprattutto per gestire i conflitti, che nascono principalmente a causa di un’incomprensione. Ognuno di noi, infatti, interpreta ciò che accade attraverso le proprie personali “lenti”, con cui filtra le informazioni sulla base dei propri pregiudizi, delle proprie credenze e dei propri valori. Se siamo troppo concentrati su di noi non siamo in grado di comprendere realmente gli altri e interpretare correttamente ciò che succede. Per allenare l’empatia dobbiamo quindi imparare a “vedere oltre” i comportamenti.

      Parti da te e allenati a riconoscere le emozioni “dietro” i tuoi comportamenti: in questo modo imparerai a farlo anche con gli altri e questo ti permetterà di comunicare più efficacemente e di instaurare relazioni migliori.

      Sul mio blog ti ho già parlato dell’importanza di distinguere i pensieri dalle emozioni. Oggi ti propongo di focalizzarti per capire che connessione c’è tra ciò che pensi, ciò che provi e quello che fai.

      • Pensa a una situazione in cui hai reagito in un modo che non hai trovato particolarmente efficace. Scrivi nel dettaglio cosa è successo e quali sono i comportamenti che hai messo in atto.
      • Ora chiediti che tipo di pensiero ha generato quei comportamenti. Ad esempio, se hai litigato con un collega e gli hai urlato contro (comportamento), che cosa ha scatenato la tua reazione. Il pensiero che l’ha innescata potrebbe essere “non mi ascolta mai e non fa mai ciò che gli dico”.
      • Infine domandati quale emozione ha scatenato il pensiero e, di conseguenza, il comportamento. Concentrati su come ti sei sentito veramente, e cerca di scavare più a fondo che puoi. Scommetto che scoprirai cose interessanti…

      Lo stesso esercizio puoi farlo per cercare di comprendere meglio i comportamenti altrui. Se una persona ha agito in un modo che non ti è piaciuto o che ti ha ferito, domandati da quali pensieri e da quali emozioni è stato spinto. Vedrai che questa nuova prospettiva ti aiuterà a connetterti più facilmente con gli altri e migliorerà le tue relazioni oltre al tuo modo di comunicare.

      MICELA TERZI

      Nel mio blog scrivo di Business, Creatività, Journaling&Scrittura, Intelligenza Emotiva, Design Thinking e Obiettivi&Time Management. Se leggi qualcosa che ti piace condividilo sui tuoi social o lasciami un commento: mi fa piacere conoscere la tua opinione, e in più mi aiuterai a crescere.

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